2012-2021 : supporto alla commissione antimafia del Comune di Milano

"A Milano la Mafia non esiste"
Così nel 2009 l'allora sindaco di Milano, Letizia Moratti, affossa sul nascere la commissione consiliare antimafia chiesta e voluta dall'allora opposizione.
Una affermazione "curiosa", o meglio dire "imbarazzante" per il sindaco della città capitale economica italiana.
"Segui i soldi" diceva il giudice Falcone. La mafia c'è e si insinua là dove gira l'economia.

Con l'amministrazione Pisapia, finalmente, anche a Milano si comincia a parlare di mafia. 
Di infiltrazioni nel tessuto sociale ed economico della città. Di racket. Di usura. Di riciclaggio. Di corruzione. Di traffico di rifiuti. Di gioco d'azzardo. Di spaccio e controllo del territorio. 
E la politica, la politica delle istituzioni, decide di farsene carico, e come si occupa di strade, servizi, cultura, commercio, turismo, così decide che è giunto il momento di occuparsi anche di mafia.

Nasce così nel febbraio del 2012, dopo accesi dibattiti, la commissione consiliare Antimafia, commissione riconfermata con la prima amministrazione Sala.
Dal suo esordio, o meglio già da prima del suo esordio, ho avuto l'opportunità di seguire passo dopo passo il suo intero percorso. Un percorso verso la trasparenza.
A titolo volontario ho dato la mia disponibilità a David Gentili, che con tenacia ha chiesto che fosse istituita e l'ha presieduta fino al 2021, a supportarlo nei lavori.
Ho collaborato con lui nel preparare gran parte del materiale per i lavori di commissione così come per i suoi numerosi interventi pubblici. A tenere traccia dei lavori e di quanto in questi emerso.
Ho potuto così approfondire temi, entrare nel merito, capire e conoscere.
La mafia si insinua, a Milano in modo subdolo, non plateale. E in modo subdolo danneggia la nostra economia, l'economia sana. La mafia è un problema di tutti noi, e insieme dobbiamo essere in grado di contrastarla, con scelte e azioni consapevoli.

In questi 10 anni, passi avanti ne sono stati fatti. È stato istituito l'ufficio lotta al riciclaggio (previsto dalla 231/2001, ma mai istituto all'interno della nostra PA fino al 2013), è stato introdotto il Whistleblowing nel piano anticorruzione, è stato introdotto il protocollo MafiaFree in occasione dei lavori per Expo, sono stati promossi con l'ordine degli avvocati gli sportelli racket e usura in supporto alle vittime, il comune di Milano ha iniziato a costituirsi parte civile nei processi.

Bisogna andare avanti. Bisogna con coraggio proseguire la strada. Bisogna che la cultura "antimafiosa", diventi patrimonio di ciascuno di noi. Bisogna che la commissione antimafia prosegua i suoi lavori in continuità con il passato, anche in questo secondo mandato Sala, e che con costanza lavori dandosi l'obiettivo di arrivare cinque minuti prima, e non dieci minuti dopo, per dotarsi di mezzi di contrasto utili ed efficaci. Perché l'infiltrazione mafiosa non è, e non sarà mai, un capitolo chiuso. Ma, là dove gira l'economia, sarà sempre un capitolo in continua evoluzione.